Curiosando in rete mi imbatto in un gruppo, uno di quelli del social network più famoso del mondo, dal titolo “l’enologo non è un sommelier”.. Incuriosito vado a spulciare tra le info e leggo testuali parole:
Quante volte vi è successo??
A:<< cosa studi?>>
B:<<enologia e viticoltura>>
A:<<ah ho capito sei quello che 'assaggia' i vini>>
B:<<........>>
i puntini stanno per il grosso macigno che digerite quando pensate alle giornate passate su materie tipo chimica(inorganica,organica,enologica), fisica,biochimica, biologia, microbiologia,tecnologia, gestione aziendale, statistica, agroclimatologia, pedologia, ecc. ecc.
A:<< cosa studi?>>
B:<<enologia e viticoltura>>
A:<<ah ho capito sei quello che 'assaggia' i vini>>
B:<<........>>
i puntini stanno per il grosso macigno che digerite quando pensate alle giornate passate su materie tipo chimica(inorganica,organica,enologica), fisica,biochimica, biologia, microbiologia,tecnologia, gestione aziendale, statistica, agroclimatologia, pedologia, ecc. ecc.
Quanto è vero quello che avete appena letto!
Doveroso per difendere la categoria degli Enologi allora mi armo di buona volontà e provo a dare la mia personalissima (ma non troppo) definizione di enologo evidenziando le differenze col ruolo del sommelier.
Citando Mario Salieri parto dal presupposto che il vino è poesia della terra!!; Se così è deciso, l’enologo sarà lo scrittore, mentre il sommelier è il lettore.
Come un poeta unisce parole e versi creando strofe e poesie indimenticabili allo stesso modo l’enologo delinea uvaggi, sceglie lavorazioni, crea brand, taglia vini di botti diverse assemblando la “poesia vino” finale.
Al sommelier spetta il compito di leggere la poesia; tanto più bravo sarà, tanto più saprà leggerla in modo corretto.
Da un punto di vista più tecnico la professione dell’enologo è regolamentata dalla Legge n. 129 del 10 aprile 1991.
L’enologo ha il compito di curare tutte le operazioni di produzione, dalla coltivazione e raccolta dell’uva alla vinificazione e imbottigliamento ed è il responsabile della qualità del vino.
Dirige, amministra e presta la propria consulenza ad aziende, enti e consorzi vitivinicoli per la scelta della varietà e della qualità dell’uva, degli impianti per il controllo degli aspetti fito-sanitari e per la produzione e la commercializzazione dei prodotti.
Inoltre si occupa degli aspetti di comunicazione, marketing e immagine ed è in grado di effettuare analisi microbiologiche, enochimiche e organolettiche sui vini.
Per esercitare la professione è necessario, per legge, avere una preparazione a livello universitario. E’ possibile frequentare il corso di laurea di primo livello in Viticoltura ed Enologia attivato presso la Facoltà di Agraria di molte università, oppure il corso di laurea di primo livello in Tecnologie alimentari con indirizzo Viticoltura ed Enologia, acquisendo una preparazione nella conservazione, trasformazione e controllo dei prodotti alimentari e vitivinicoli. Questi corsi consentono l’accesso alla laurea magistrale in Scienze Viticole ed Enologiche.
In definitiva oggi l’enologo è il Dottore del vino ma attenzione agli enotecnici che si spacciano per enologi. Aimè più volte mi è capitato di conoscere persone del genere..mentono sul loro titolo di studi..e chissà perché poi?? L’università è aperta a tutti, se non si sentono fieri del loro titolo posson sempre prendersi la laurea in enologia no? Vero è che prima della suddetta legge non c’era un corso di studio universitario ad indirizzo enologico, in quei tempi invece dopo 2 anni di praticantato in aziende del settore l’enotecnico poteva acquisire il titolo di enologo, ma oggi non è più così. Gli enologi di oggi son tutti Dottori!!.
L’enotecnico, o per l’esattezza il perito agrario specializzato per la viticoltura e l’enologia ha una preparazione limitata alla scuola superiore, che sino ad oggi prevedeva un corso di studi di 6 anni, ma pur sempre di preparazione non universitaria.
Resta comunque il fatto che in ambito operativo, molto dipende dalle effettive capacità del singolo soggetto, a prescindere dal rispettivo titolo professionale.
Oggi per chi volesse intraprendere questa professione, la formazione scolastica può iniziare già a livello di scuola secondaria di secondo grado. La riforma dell’istruzione, a opera del Ministro Gelmini, prevede la possibilità di iscriversi a un Istituto Tecnico - Settore Tecnologico - Indirizzo Agraria e Agroindustria.
Il percorso scolastico si articola in due bienni e un quinto anno finale, che termina con l’esame di Stato.