martedì 10 aprile 2012

L’Enologo non è un sommelier; l’enotecnico non è un enologo.

Curiosando in rete mi imbatto in un  gruppo, uno di quelli del social network più famoso del mondo, dal titolo “l’enologo non è un sommelier”.. Incuriosito vado a spulciare tra le info e leggo testuali parole:
Quante volte vi è successo??
A:<< cosa studi?>>
B:<<enologia e viticoltura>>
A:<<ah ho capito sei quello che 'assaggia' i vini>>
B:<<........>>
i puntini stanno per il grosso macigno che digerite quando pensate alle giornate passate su materie tipo chimica(inorganica,organica,enologica), fisica,biochimica, biologia, microbiologia,tecnologia, gestione aziendale, statistica, agroclimatologia, pedologia, ecc. ecc.

Quanto è vero quello che avete appena letto!
Doveroso per difendere la categoria degli Enologi allora mi armo di buona volontà e provo a dare la mia personalissima (ma non troppo) definizione di enologo evidenziando le differenze col ruolo del sommelier.
Citando Mario Salieri parto dal presupposto che il vino è poesia della terra!!; Se così è deciso, l’enologo sarà lo scrittore, mentre il sommelier è il lettore.
Come un poeta unisce parole  e versi creando strofe  e poesie indimenticabili allo stesso modo l’enologo delinea uvaggi, sceglie lavorazioni, crea brand, taglia vini di botti diverse assemblando la “poesia vino” finale.
Al sommelier spetta il compito di leggere la poesia; tanto più bravo sarà, tanto più saprà leggerla in modo corretto.

Da un punto di vista più tecnico la professione dell’enologo  è regolamentata dalla Legge n. 129 del 10 aprile 1991.
L’enologo ha il compito di curare tutte le operazioni di produzione, dalla coltivazione e raccolta dell’uva alla vinificazione e imbottigliamento ed è il responsabile della qualità del vino.
Dirige, amministra e presta la propria consulenza ad aziende, enti e consorzi vitivinicoli per la scelta della varietà e della qualità dell’uva, degli impianti per il controllo degli aspetti fito-sanitari e per la produzione e la commercializzazione dei prodotti.
Inoltre si occupa degli aspetti di comunicazione, marketing e immagine ed è in grado di effettuare analisi microbiologiche, enochimiche e organolettiche sui vini.
Per esercitare la professione è necessario, per legge, avere una preparazione a livello universitario. E’ possibile frequentare il corso di laurea di primo livello in Viticoltura ed Enologia attivato presso la Facoltà di Agraria di molte università, oppure il corso di laurea di primo livello in Tecnologie alimentari con indirizzo Viticoltura ed Enologia, acquisendo una preparazione nella conservazione, trasformazione e controllo dei prodotti alimentari e vitivinicoli. Questi corsi consentono l’accesso alla laurea magistrale in Scienze Viticole ed Enologiche.
In definitiva oggi l’enologo è il Dottore del vino ma attenzione agli enotecnici che si spacciano per enologi. Aimè più volte mi è capitato di conoscere persone del genere..mentono sul loro titolo di studi..e chissà perché poi?? L’università è aperta a tutti, se non si sentono fieri del loro titolo posson sempre prendersi la laurea in enologia no?  Vero è che prima della suddetta legge non c’era un corso di studio universitario ad indirizzo enologico, in quei tempi invece dopo 2 anni di praticantato in aziende del settore l’enotecnico poteva acquisire il titolo di enologo, ma oggi non è più così. Gli enologi di oggi son tutti Dottori!!.
 L’enotecnico, o per l’esattezza il perito agrario specializzato per la viticoltura e l’enologia ha una preparazione limitata alla scuola superiore, che sino ad oggi prevedeva un corso di studi di 6 anni, ma pur sempre di preparazione non universitaria.
Resta comunque il fatto che in ambito operativo, molto dipende dalle effettive capacità del singolo soggetto, a prescindere dal rispettivo titolo professionale.

Oggi per chi volesse intraprendere questa professione, la formazione scolastica può iniziare già a livello di scuola secondaria di secondo grado. La riforma dell’istruzione, a opera del Ministro Gelmini, prevede la possibilità di iscriversi a un Istituto Tecnico - Settore Tecnologico - Indirizzo Agraria e Agroindustria.
Il percorso scolastico si articola in due bienni e un quinto anno finale, che termina con l’esame di Stato.

domenica 31 luglio 2011

La Passatella 2011 - Ripatransone


Terminerà venerdì 5 agosto il tradizionale appuntamento con la “Passatella” ripana. Una lodevole iniziativa, organizzata dal comune di Ripatransone (AP) e certamente un imperdibile appuntamento per tutti gli enoturisti del piceno. Un perfetto connubio tra storia, territorio, tradizione e nettare di Bacco,  per le vie e le piazze di uno dei borghi più belli d’Italia. 
Nel corso della serata si potranno degustare i vini delle cantine ripane e tanti tipi di olio extra vergine, insieme a sfiziosità culinarie tipiche del territorio. 

Per partecipare alla Passatella basta recarsi nei punti stabiliti (Bottega del Vino o Cantina dell’Arte); qui si ottiene alla modica cifra di 15 euro, un calice e un contenitore da mettere a tracolla, più un coupon che garantirà assaggi di prodotti tipici e dei vini di nove cantine ripane. 
Un vera passeggiata tra le mura cittadine, nel Belvedere del Piceno, con i vini doc delle cantine: Le Caniette, La Fontursia, La Vite Maritata, Villa Grifoni, Perozzi Camillo, Colli Ripani, Tenuta Cocci Grifoni, D’Angelo Bernardo e da quest’anno anche la nuova cantina Gozzana      
( http://www.cantinagozzana.it/ ) che a mio avviso sarà una promessa tra le aziende del piceno.


Tutte le informazioni su http://www.comune.ripatransone.ap.it/

giovedì 28 luglio 2011

"Solo quando l'ultimo fiume sarà prosciugato quando l'ultimo albero sarà abbattuto quando l'ultimo animale sarà ucciso solo allora capirete che il denaro non si mangia."

Quarant'anni fa, Robert Kennedy tenne un discorso -ancora sconvolgentemente attuale- sulla reale ricchezza delle Nazioni e sul PIL. Tre mesi dopo fu assassinato.
<<Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jpnes, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.  
Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.>>

[Robert Kennedy]